Tra le leggende più radicate del Friuli c’è quella dell’Orcolat, una creatura mitica che ancora oggi popola l’immaginario collettivo, soprattutto di chi ha vissuto o sentito raccontare il terremoto del 1976.

L’Orcolat è descritto come un essere enorme, rozzo e rumoroso, metà uomo e metà orco, che vive nelle profondità della terra. Quando si agita, scuote le montagne, fa tremare le case e risveglia la paura negli uomini. Ma, come ogni leggenda, anche questa custodisce un significato più profondo: l’Orcolat rappresenta la forza indomabile della natura, quella che può distruggere, ma anche quella da cui nasce la capacità di ricostruire.

Dopo il sisma del ’76, il nome dell’Orcolat è tornato sulle bocche di tutti. Gli anziani dicevano che “si è sveât l’Orcolat” – si è svegliato l’Orcolat – per spiegare in modo semplice e potente un evento che aveva sconvolto l’intero Friuli. Da allora, questa figura è diventata un simbolo della memoria collettiva e della rinascita: il gigante che un tempo faceva paura oggi è anche un monito e una memoria viva.

In molti paesi friulani, all’ingresso del borgo, si può ancora incontrare la sua immagine: sculture in legno o in pietra, volti grandi e bonari che sembrano custodire il paese. L’Orcolat, da mostro temuto, è diventato guardiano delle comunità e simbolo della forza friulana, capace di rialzarsi ogni volta che la terra trema.


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