L’area sulla quale opera l’Ecomuseo delle Acque comprende pianura e rilievi, prealpini e collinari. Fanno tutt’uno, nel senso che la pianura, alluvionale, si fonda letteralmente con le alture che la cerchiano, alte o basse che siano. E proprio questa ambivalenza territoriale sarà il tema di un fine settimana dedicato dall’Ecomuseo alla storia e alla natura, per comprendere le tante facce di un paesaggio che nel tempo si è trasformato e che l’uomo ha adattato. D’altra parte il Campo di Osoppo-Gemona è sempre stata un’area di passaggio per popoli, eserciti e carriaggi lungo l’asse nord-sud, talvolta neppure transitabile a causa della tracimazione delle acque del Tagliamento e dei corsi che dal Tagliamento sono alimentati (perché è il Tagliamento che perdendo le acque nel materasso alluvionale, composto da sedimenti grossolani, le fa poi filtrare fino alla fascia delle risorgive).
Si inizia sabato 20 luglio alle 18 con una visita al Colle di San Martino nel Comune di Artegna, condotta dall’archeologa Natascia Fasiolo (ritrovo alle 18, necessaria la prenotazione). Il rilievo, situato in una posizione strategica di controllo e difesa della piana, conserva i resti del castrum longobardo, a cui sono seguiti altri insediamenti che fanno dell’altura un luogo di straordinario interesse storico. Sarà possibile accedere alla Pieve cinquecentesca e al Castello Savorgnan, che espone i reperti recuperati nel corso delle diverse campagne di scavo. Dal colle lo sguardo si allarga sulla piana che domenica 21 luglio sarà oggetto di un’escursione con la guida naturalistica Saimon Ferfolja, alla scoperta delle sorgenti del Fiume Ledra nel Comune di Buja e delle rogge scavate dalla popolazione a favore di mulini, segherie e lavatoi (ritrovo alle 17 in Piazza delle Acque a San Floreano, con prenotazione).
Sulla cima del colle di Artegna si erge la Pieve di San Martino, che sarà aperta in occasione della visita (quest’anno le uscite archeologiche promosse dall’Ecomuseo riguardano in primo luogo gli edifici di culto). Le prime pievi sorsero intorno al X secolo, con la divisione delle diocesi in parrocchie: si trattava di comunità religiose e amministrative, alle pievi andavano pagate le decime e altri tributi. La Pieve di Artegna viene citata in un documento del 1190, conservato nell’Archivio capitolare di Cividale. L’edificio attuale risale al XVI secolo, ricostruito dopo il terremoto del 1511.
Il Campo di Osoppo-Gemona, come la Pianura Friulana, è attraversato dalla fascia delle risorgive. Questo fenomeno è dovuto al fatto che il materasso ghiaioso che costituisce la parte alta della pianura si assottiglia e le acque di falda finiscono per incontrare, in prossimità dei depositi morenici, terreni argillosi pressoché impermeabili, così sono costrette a risalire sgorgando spontaneamente dal terreno in limpide polle. I rii che ne derivano confluiscono tutti nel Fiume Ledra, affluente del Tagliamento