La lingua friulana è oggi parlata attivamente da 444.000 persone (corrispondente a oltre metà della popolazione residente nei Comuni dichiaratisi di lingua friulana del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale), che salgono a circa 700.000 (ossia 9 persone su 10) considerando coloro che anche solo la comprendono.
Le aree con le percentuali più alte di utilizzo attivo del friulano sono il Friuli centrale, l’area Collinare e la Carnia. In sostanza, per la grande maggioranza delle zone indagate,il friulano è parlato da almeno una persona su 2 e una su 4 potrebbe riattivare la sua competenza in friulano se incoraggiata all’uso. Anche città quali Udine, Pordenone e Gorizia rivelano positive sorprese.
La generale apertura al plurilinguismo, considerato un grande vantaggio da oltre il 56%, e il desiderio di migliorare la conoscenza della lingua friulana, che riguarda il 63% degli intervistati, sono segnali altrettanto interessanti. Così come il suo uso nelle nuove forme di comunicazione digitale, quale codice adatto all’immediatezza relazionale.
I dati rappresentano i principali risultati dell’indagine sociolinguistica “Tire fûr la lenghe”, realizzata nell’ambito del Piano generale di politica linguistica per la lingua friulana 2021-2025, per comprendere e analizzare l’utilizzo della lingua friulana e delle altre lingue parlate in Friuli. Sostenuta dalla Regione FVG e realizzata con il contributo dell’ARLeF, l’indagine è stata condotta da IRES FVG e FEF (Forskningscentrum för Europeisk Flerspråkighet). Tra aprile e giugno 2023 sono state raccolte oltre 4.300 interviste, in 178 Comuni tramite la compilazione di un questionario. Il campione di indagine coinvolto ha un’ampia rappresentatività di genere e fasce d’età, grazie al coinvolgimento di ben 74 istituti comprensivi che, con il supporto degli insegnanti, hanno contribuito a diffonderlo nelle famiglie. I ricercatori sono ora impegnati nell’analisi complessiva della grande mole di dati raccolti, con l’obiettivo di renderli completamente fruibili al pubblico entro la fine dell’anno.
Emergono però già molti spunti di riflessione interessanti, primo fra tutti che la lingua friulana è presente in maniera ancora rilevante sulla gran parte del territorio friulano ed è partefondamentale del patrimonio linguistico e culturale del Friuli. Un grande senso di identitàIl senso di appartenenza e l’identità friulana si affermano in modo netto nella maggior parte delle areeprese in considerazione: il 52% del campione afferma di sentirsi “molto” friulano, percentuale che sale al 75% se si considera anche chi dichiara di esserlo “abbastanza”. L’indagine mostra poi l’esistenza di un terreno ideologico favorevole, rappresentato dal netto e generale miglioramento degli atteggiamenti verso il friulano, considerato come un codice simbolico e identitario. Al di là dei territori extracittadini, dove il friulano è da sempre utilizzato in maniera più diffusa, interessante è il dato dei parlanti attivi nelle tre città principali del Friuli: Udine, Pordenone e Gorizia. In particolare, per Gorizia e Pordenone, l’indagine rileva una situazione ben più positiva di quella attesa: se a Udine parla il friulano il 40% degli intervistati, a Gorizia il 23% e a Pordenone il 18%; a comprenderlo poi sono rispettivamente l’82%, il 73% e il 55%.
I cittadini chiedono più investimenti per la marilenghe. Da sottolineare anche la positività dei cittadini verso l’utilizzo dei soldi pubblici in attività in sostegno al friulano. È stato chiesto di dichiarare quanti euro, tra quelli pagati già in tasse, ritenessero adeguati per finanziare misure di sostegno: è favorevole ben il 77%, con una media di 22 euro pro capite, circa quattro volte quanto attualmente investito su base annua per tali misure.
In famiglia il friulano tiene. Le percentuali dicono che il friulano è una lingua ancora viva nella comunità: risulta maggioritaria tra quelle parlate dai genitori dell’intervistato (51%); mentre con la madre parla in friulano ben il 44% degli intervistati, stessa percentuale con il padre. Da sottolineare poi che il 79% degli intervistati ritiene che l’uso di più lingue in contesto familiare non ostacoli l’apprendimento scolastico, anzi che rappresenti un vantaggio.
L’auspicio di una maggiore presenza del friulano nelle scuole interessa l’ampia maggioranza, quasi il 70% – si dichiara favorevole anche il 59% degli intervistati nel Veneto orientale – confermando le percentuali rilevate costantemente nelle scuole del Friuli per quanto riguarda la scelta dei genitori di avvalersi dell’insegnamento della lingua friulana per i propri figli.
Più friulano nei media e nella PA. Venendo alla comunicazione, emerge che l’uso del friulano è più diffuso sulle piattaforme di messaggistica istantanea, dove ad esempio una persona su 4 utilizza la lingua friulana nei messaggi vocali, e le percentuali di ascolto del friulano online sono maggiori di quelle di lettura e scrittura. Gli intervistati considerano il friulano un codice adatto all’immediatezza comunicativa, testimoniando positivamente la presenza della lingua in un dominio così diffuso. Indagando il settore della pubblica amministrazione, emerge che l’uso del friulano deve ancora affermarsi pienamente negli uffici pubblici e nei rapporti con l’amministrazione comunale, anche se il 42% del campione lo indica tra le lingue ufficiali “auspicabili” in ambito amministrativo locale. È un riconoscimento implicito della percezione del prestigio della lingua friulana, ulteriore segnale che non vi è pregiudizio verso il suo utilizzo anche in ambiti ritenuti “alti” e riprova dell’indebolimento dello stereotipo che vede le lingue minoritarie come inadatte ad ambiti diversi da quello strettamente familiare.